San Valentino scontenta tutti. E io Miamo.

Non c’è santo più bistrattato. Senza scomodare Vanzina, “e anche San Valentino ce lo siamo tolto dai…”. Non per niente, a me poi personalmente non ha mai fatto alcun torto, né la ricorrenza, men che meno il Santo, ma sentendo a destra e a sinistra il tormentone di questi giorni, non vorrei essere stato al suo posto nemmeno in cambio dell’eterna giovinezza (per quella ci pensiamo noi con Miamo).

San Valentino fa infuriare tutti, o, per lo meno, tutti quelli che hanno voce. Quelli single perché si trovano da soli in una sera a menù fisso ovunque vadano, e perché tutto ciò che li circonda, dalle vetrine alle moine, li riporta alla condizione che, detto inter nos, non piace a nessuno.
Quelli accoppiati perché si ritrovano sequestrati dal senso del dovere: una quota di rosso, una quota di cioccolato, un biglietto, una parola d’amore in più, il parrucchiere di martedì e tutto ciò che fa spendere e spandere per concentrare in un giorno e una sera sola, tutto ciò che “si potrebbe fare tutto l’anno”. Il guaio è che poi non si fa. Sì, perché sappiamo bene che se uno cerca la situazione perfetta, c’è sempre la scusa buona per rimandare

Se il calendario è stato diviso in feste, che male c’è a festeggiarle?
Detto questo, io sono dell’idea che single o occupati la cosa che non dovremmo mai dimenticare è di amare tutto ciò che si fa, perché è solo in questa condizione che ogni giorno è San Valentino.
La mail che mi ha dato il buongiorno alle prime ore di luce lo scorso 14 febbraio intitolata, come in molti casi “Miamo”, mi ha messo il sorriso sul viso come una freccia di Cupido. Mi sono ricordato un giorno in più di quanto avere un’idea e vederla crescere sia una fonte inesauribile di amore. E io amo il mio lavoro. Per tutto il resto sono riservato. E per citare Raz Degan, attualmente naufrago sull’Isola dei Famosi, “sono fatti miei”.

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