Non mi interessa addentrarmi direttamente nei dettagli della vicenda, che nel nostro Paese si è talmente arricchita di tali male odori, che viene quasi da vederla come ovvietà alle quali assuefarsi (cosa che io non reggo), considerando che viviamo nella penisola dove i malati di sesso poggiano il sedere oltre che sulle vittime, in tutte le poltrone di potere, con un sistema che fa sì che si proteggano tra loro.
La mia educazione e la mia formazione mi fanno però da spalla quando si tratta di prendere le distanze da una vicenda per poterla mettere a fuoco meglio e capire se esistono oltre al gioco dello scagliare la prima pietra anche delle opportunità di riflessione.
Sarebbe, infatti, interessante capire se tutto questo clamore, e lo schifo condiviso su tutti i social, oltre che ai mezzi di stampa, serviranno non solo ad alimentare gossip e il nuovo sport nazionale che è lo sdegno, ma porteranno le basi per un cambiamento reale nei costumi in modo particolare proprio negli ambienti di lavoro più appetibili quali lo spettacolo, la politica, la musica ecc.
Perdonatemi la schiettezza che non vorrei fosse scambiata per cinismo ma io non ho visto grandi atti di coraggio da parte delle donne che a scoppio ritardato hanno voluto denunciare il caso.
La cosa che mi fa rabbrividire è che le Donne, quelle vere, hanno sempre parlato, tante donne tutti i giorni denunciano certe situazioni, è Il grande pubblico che però non è disposto ad ascoltarle se non si chiamano magari Angelina Jolie o Asia Argento.
Quelle donne che al massimo hanno trovato come interlocutori familiari o nella migliore delle ipotesi responsabili di risorse umane potrebbero essere accatastate oggi nel grande file del dimenticatoio o peggio ancora dell’omertà.
Un’omertà di cui si fa complice solo chi tende l’orecchio se a parlare è un personaggio noto e non una persona di tutti i giorni. Qualcuno, per intenderci che dal silenzio ha guadagnato soltanto lacrime amare e non certo carriere da red carpet.
Quello che voglio vedere io, al netto dello sdegno condivisibilissimo, è l’effetto concreto di tutte le facce schifate: il pubblico sputtanamento dura 3 giorni, o poco di più. Iniziamo a vedere fuori questa gente dal palco dorato in cui si trova: niente oscar, cancellazione dai tavoli che contano, troppo comodo stare 15 giorni con la mela marcia in mano a mo’ di specchio, e poi tornare a casa con la coda tra le gambe ma con intatto un impero.
A quel punto vorrei vedere se chi ha in testa di continuare ad agire impunito iniziasse a sentire la poltrona tremare non dalle spinte ma da quella sensazione di incertezza sul futuro che per molte persone vuol dire silenzio e dolore.
Un sipario che si abbassa, finalmente, non con gli applausi di sottofondo.
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