Cosa ci faccio faccia a faccia con il Presidente degli Stati Uniti d’America.
Quando Palma Sopito, visionario editore di 3D Magazine mi ha proposto di posare per la cover del nuovo numero della rivista, non sapevo, non ancora, chi sarebbe stato “l’altro”.
Sì perché 3D ha sempre due copertine, una ufficiale e una a sorpresa, oserei dire.
La sorpresa quando ho scoperto che vicino a me ci sarebbe stato l’uomo più chiacchierato del momento, ve la lascio immaginare.
Per Palma, che conosco da un po’ perché spesso si è interessata a Miamo, ma le cui logiche mi sono spesso ancora difficili da decifrare, c’era un fil rouge che spero non sia nella cotonatura: “c’è qualcosa nelle vostre teste che non riesco a non associare”- mi ha ripetuto più volte. Crediamoci, come direbbe Donald Trump, “l’importante è crederci”.
Una cosa posso assicurarla, non ho velleità politiche, ma se penso alla storia di un’imprenditore che da un sogno è riuscito a diventare un simbolo per una potenza come gli Stati Uniti, è lì che traggo energia e motivazione e quando penso a Donald Trump, simbolo del sogno americano, non posso non pensare a Miamo, che un po’ americano lo è, ma che mi ha convinto che per me l’America è proprio qua.
Perché? Semplice: ho scelto l’impresa quando il tappeto rosso per essere il manager a casa d’altri era stato più volte steso, creduto in un settore come la cosmeceutica e fatto forti certe convinzioni nelle strategie della comunicazione quando il mercato sembrava andare nella direzione opposta. E oggi, se penso al futuro non posso che essere fiero delle scelte fatte, perché vedo meno salite di quelle che ho incontrato finora.
Se l’alternativa è seguire la corrente o essere contro corrente, non capisco perché non possiamo essere noi la corrente stessa.
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