Milano – per muoversi tra le vie del centro città, alle porte dal quadrilatero della moda, bisogna fare i conti con traffico e code infinite.

Direte voi: che novità Milano è la città caotica per eccellenza! Beh, come darvi torto, ma stamattina le persone e i ritmi sembrano essersi duplicati.
Unica soluzione: dotarsi di pazienza.

Basta però sbirciare fuori dal finestrino e dare un’occhiata ai marciapiedi, dove sfilano, diretti verso chissà quale evento, modelle, influencer e fotografi, per capire cosa sta accadendo.
Si tratta di una di una delle settimane più attese dell’anno: Milano è pronta a dare nuovamente il via alla Fashion Week.

Lo slogan di quest’anno? Un messaggio di solidarietà nei confronti della Cina.

Mentre aspetto che scatti il verde e arrivi il mio turno, penso: la chiamano la “Capitale della Moda”, io personalmente non troverei titolo più adatto per una città che da sola è in grado di generare un giro d’affari che vale oltre 20 miliardi di euro.

A spaventare il settore della moda agli inizi di questo 2020 però sono proprio questi stessi numeri.

Basta sfogliare qualsiasi giornale o ascoltare qualsiasi notiziario per sentir parlare di CoronaVirus, ormai ci dà quasi noia, mentre non è affatto così semplice prevedere le conseguenze che questa epidemia avrà a livello economico.

La settimana della moda è appena iniziata, ma già si mormora che siano presenti l’80% in meno di operatori cinesi e ciò provoca non poche preoccupazioni a quei marchi per cui la Cina rappresenta più di un terzo del mercato.
Basta fermarsi a ragionare ancora qualche secondo per capire che le ripercussioni a livello economico non colpiscono solo il settore della moda ma influenzano anche tutti quei settori i quali solitamente godono di un’impennata nei profitti in questo periodo dell’anno: partendo dall’alberghiero arrivando alla ristorazione.

“China, we are with you” l’iniziativa della Cnmi cerca di creare un ponte con la Cina, per quanto possibile, mandano in streaming sfilate, backstage e interviste agli stilisti.

Mi chiedo: basterà questa mossa per non bloccare quel flusso di acquisti che generalmente segue la presentazione delle nuove Collezioni?

Siamo solo all’inizio di questa settimana e ci si preoccupa del bilancio finale.
Siamo solo all’inizio del 2020, ma si teme che sia un anno nero per la moda e il made in Italy.

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